Giada Alù
Alessandro Fusacchia
“Dieci anni fa nasceva a Favara, in provincia di Agrigento, FARM CULTURAL PARK. Una scommessa irragionevole: dare vita ad un centro culturale indipendente là dove erano rimasti solamente palazzi sgarrupati e grigiore. Da allora, una scommessa vinta ogni giorno, visto che una porzione di Favara è diventata un luogo oltre l’immaginazione, colmo di bellezza e prospettiva, e un riferimento a livello mondiale per chiunque abbia a cuore la rigenerazione urbana e il futuro delle città.
Venerdì e sabato ho avuto il piacere di essere a Mazzarino all’inaugurazione della seconda sede di Farm (“the Embassy”). A chiunque ancora pensi che con la cultura non si vive, io rispondo che senza cultura al massimo si sopravvive e che se non è mai stata/o a Farm allora è venuto il momento di programmare questo viaggio delle meraviglie.
Sono state 48 ore in cui mi sono rigenerato anch’io. In cui ho desiderato, messo a fuoco, e lasciato crescere un altro po’ il mio sogno di capire cosa l’arte contemporanea, l’istruzione e l’uso consapevole della tecnologia possano generare insieme.
Non è stata tanto la mia predisposizione nell’arrivare a Mazzarino. Sono stati anzitutto quel luogo in parte già rinnovato, in parte ancora da indovinare, a farmi così. A restituirmi quella stessa esperienza che ho già fatto in passato e che chiunque fa quando arriva e si ferma a Favara. Ogni progetto irragionevole — immaginato, esplorato dentro Farm — diventa perseguibile.
Ora, io credo che negli anni a venire non ci meritiamo niente di meno di un Paese che assomiglia tutto un pochino di più a quello che questi siciliani stanno realizzando a Favara, a Mazzarino, e presto in altri angoli dell’isola. Per questo nelle prossime settimane proporrò ai fondatori Florinda Saieva e Andrea Bartoli di ragionare, assieme a tante/i compagne/i di viaggio — artisti, architetti, urbanisti, placemakers, innovatori sociali —, su come arrivare a depositare alla Camera una proposta con cui dare a Farm Cultural Park uno statuto unico a livello nazionale. Simile a quelli che esistono per le nostre strutture più prestigiose nel campo della danza, della musica, o del teatro. Perché Farm è già la nostra New European Bauhaus.”
Charles Landry
This is a surprising place of possibility and immagination.
This is a place you must see.
It’s doing things you would never ever imagined